La nebbia tra Guccini e Simenon

Nebbia deriva da Nebula, indica nubi vicine alla terra. A tutti viene in mente Carducci, perché piovigginando sale, o Pavese e il suo viso e i suoi occhi. Però la sensazione è che dietro l’angolo ci siano Francesco Guccini e Georges Simenon, una strana coppia tra l’Emilia e Parigi.

Sia Guccini che Simenon esplorano con profondità le complessità dell’animo umano. Nei romanzi di Maigret, Simenon si addentra nelle psicologie dei personaggi (Il cane giallo, Il porto delle Nebbie, Il crocevia delle tre vedove), spesso più interessato al “perché” piuttosto che al “come” si sia giunti a un crimine. Guccini, nelle sue canzoni, ritrae personaggi e storie che riflettono sulla condizione umana (dal pensionato a Samantha), sui sentimenti (da Canzone quasi d’amore a Farewell), sulle speranze e sulle delusioni.

Entrambi sono maestri nel creare atmosfere uniche. Simenon usa la nebbia, i vicoli di Parigi, i caffè trasandati e gli interni borghesi per creare uno sfondo intimo, talvolta opprimente per le indagini di Maigret. Guccini, attraverso le sue melodie e testi, evoca le nebbie delle colline emiliane, l’atmosfera dei piccoli paesi di campagna, la natura e le stagioni, generando un forte senso di appartenenza e nostalgia.

Sia nelle opere di Simenon che nelle canzoni di Guccini, vi è una sottile, ma incisiva critica sociale. Maigret spesso mette in luce le ipocrisie della società borghese, richiamando talvolta il nostro Gadda, mentre Guccini, con il suo approccio più diretto, critica le ingiustizie sociali, (La locomotiva) politiche e culturali (Nostra signora dell’ipocrisia), riflettendo su temi universali come la libertà, l’amore e la solitudine.

Entrambi gli autori condividono un approccio realistico, fisico nelle loro opere. Simenon descrive con dettaglio la vita quotidiana, gli ambienti, gli abiti e le abitudini, rendendo le storie di Maigret credibili e vicine al lettore, anche a distanza di quasi cento anni. Guccini, con le sue canzoni, racconta storie di vita vissuta, personaggi affaticati con i quali è facile identificarsi, usando un linguaggio che spesso mescola l’italiano con l’idioma emiliano.

Il tempo gioca un ruolo centrale nelle opere di entrambi. Simenon utilizza il tempo atmosferico (la nebbia?) e le stagioni per influenzare l’umore delle storie e dei personaggi. Guccini riflette sul passare del tempo, sulla memoria e sulla nostalgia, elementi ricorrenti nelle sue canzoni.

Sia Simenon che Guccini dimostrano una profonda empatia per i loro personaggi. Maigret si distingue per il suo approccio umano e comprensivo nei confronti dei sospettati e delle vittime. Analogamente, Guccini trasmette nei suoi testi un profondo senso di umanità, mostrando sempre un’attenzione particolare verso gli emarginati, i sognatori e i perdenti.

Entrambi sensibili narratori delle sfumature dell’esistenza umana, entrambi lettori delle nebbie che ci circondano.

Torna al blog

Visita pagina Facebook

Privacy Policy Cookie Policy Termini e Condizioni