Il culto tecnologico

Perché diamo tanta fiducia alla tecnologia? Perché crediamo in lei più che a madre natura?

Sant’Agostino sosteneva che il desiderio di Dio è insito nell’animo umano, soddisfa il desiderio di ordine e significato. Hobbes nel Leviatano, affermava che i culti nascono dalla paura e dall’ignoranza ed è spesso utilizzato per il controllo delle masse. Nietzsche, Marx e Freud, ancor più consideravano i culti come una forma di illusione, o di oppressione.

Yogananda incoraggiava i praticanti di tutte le fedi a cercare un’esperienza diretta del divino attraverso la meditazione, piuttosto che limitarsi ai dogmi o ai rituali, sostenendo la via della spiritualità a prescindere dal culto di appartenenza.

L’essere umano per molteplici ragioni, necessita di credere in qualcosa. Anche solo nella vita fine a stessa. In un’epoca sempre più laica, alla ricerca di idoli che non trova altrove, si aggancia alla tecnologia, al progresso e alla promessa di tangibilità e razionalità che questa porta con sé.

Anche l’aspetto trascendentale, attraverso la virtualizzazione della realtà, partecipa all’allontanamento dai culti presenti nelle diverse culture. Prende forma concreta il transumanesimo, filosofia che promuove l’uso della tecnologia per migliorare le capacità fisiche e mentali degli esseri umani fino a superarne i limiti biologici, e fa della scienza e della razionalità i nuovi dogmi a cui dar conto delle proprie scelte e comportamenti.

La terza Clessidra parte da questi assunti, facendo riferimento implicito alle teorie di Yuval Noah Harari, che vede la tecnologia come strumento per il controllo sociale, o per incrementare le disuguaglianze. 

  • Il paradosso: Franz Kara, influencer trovato morto in un sarcofago ad Aquileia, noto per i suoi discorsi complottisti, viveva in un isolotto del fiume Ausa, isolato da tutti. O quasi. Rinnegava la tecnologia che utilizzava come principale fonte di sostentamento economico e relazione sociale.
  • L’esasperazione: Karl von Hüber, magnate austriaco, ricerca attraverso il mind uploading (il caricamento della mente in un supporto tecnologico) di superare i limiti del corpo biologico.
  • La manipolazione: un gruppo di persone riunite all’insegna rinnovata di un antico culto, raccoglie ingenti somme di denaro per spingere sempre più la ricerca tecnologica ai suoi limiti, agganciandosi però a ritualità costruite per condire di misticismo l’obiettivo personalistico di tutti i partecipanti.
  • Il simbolo: Leandro Arcani aprirà un vecchio frigorifero americano, dentro cui troverà centinaia di telefoni moderni ammassati e resi inutili dall’ampia schermatura in piombo dell’obsoleto elettrodomestico.
  • L’uso improprio: Lisa, giovane nerd in fuga da una casa famiglia, utilizza la tecnologia per disattivare gli antifurti delle case, per appropriarsi di bitcoin e penetrare nelle reti e profili social degli altri.

Quando la tecnologia da strumento diventa obiettivo, può prendere il sopravvento sui valori e i principi, anche etici e democratici, da cui era partita? E se accade, è sempre per un tornaconto personale, o ci sono altre forze che muovono verso certe scelte?

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