La semplicità ha un prezzo

Più la vita è gestita, meno è vissuta

La vita non è semplice, e chi dice il contrario ha paura di affrontare la realtà.
La frase è già un paradosso, ma questo lo lasciamo alla filosofia, però sappiamo che dietro una semplicità percepita c’è sempre una complessità nascosta.

Il nostro sistema è complesso, la nostra economia mondiale è complessa, le scelte sono ogni giorno più difficili. Su qualsiasi fronte. Negli anni ’90, in Italia venivano commercializzati circa 20.000 brand, mentre oggi siamo intorno ai 100.000, per circa 100 milioni di prodotti venduti (tra fisico e digitale).
Dal ’95 a oggi, il PIL pro capite è aumentato del 72% in termini nominali, mentre la popolazione è cresciuta di poco: da 57,4 a 58,9 milioni di persone.

Per tener testa a un mercato così veloce e denso, abbiamo a disposizione la tecnologia che, essendo fatta di numeri, richiede precisione. E la precisione implica complessità: se prima un negozio si accontentava di controllare quanta merce avesse sugli scaffali, oggi adotta sistemi di previsione delle giacenze, del tasso di abbandono del cliente, dei comportamenti d’acquisto.

Jean-Paul Sartre, uno dei massimi esponenti dell’esistenzialismo, sosteneva che “l’essere umano non è altro che ciò che fa di se stesso”. Come dire che siamo il risultato delle nostre scelte e ci realizziamo attraverso di esse. Ma in base a cosa le prendiamo?

Pensiamo. E parliamo.
Spesso, ci limitiamo a parlare.
Non per niente, i sistemi di intelligenza artificiale più in voga oggi sono gli LLM (Large Language Model), che hanno letto miliardi di miliardi (1 trilione) di parole, centinaia di migliaia di libri, miliardi di siti web, come l’attuale – e presto obsoleta – ChatGPT-4.0. Hanno letto tutto e sanno formulare frasi logiche, sensate, comprensibili. Sempre più corrette. Ogni istante più corrette.

Tutto questo è successo solo negli ultimi quattro anni e sta rivoluzionando ulteriormente il mondo, con altrettanta complessità, con l’unica differenza che, esattamente come chi ha paura di affrontare la realtà, questa tecnologia non è disposta a mostrarcela per com’è.
Fa di tutto per farci apparire la realtà come semplice: non sai una cosa? Domandi, e te la spiega.
Ed è probabile che un giorno le si deleghi anche il compito di scegliere per noi – in parte già lo fa, quando decide le fonti della nostra conoscenza e struttura frasi che copiamo e incolliamo.

A quel punto, non avremo più nulla da temere: la vita ci sembrerà semplice.

Stiamo entrando nel paradosso dell’automazione perfetta: più la vita è gestita, meno è vissuta.

C’è un interessante concetto, espresso dal “principio della parsimonia”, o legge della semplicità:
dice che, quando può, il nostro cervello risparmia energie, fa il pigro, utilizza scorciatoie e automatismi.
Un principio che ci garantisce la sopravvivenza… fino a quando non ci annoiamo.

Allora abbandoniamo il comfort mentale, diventiamo curiosi, ci appassioniamo (forse è anche una delle cause di tanti tradimenti e separazioni, vai a capire.)

Se rendi la vita troppo semplice, il tuo cervello cercherà complessità e potrebbe ribellarsi all’automazione perfetta, rovinando quella che ChatGPT-4.0 chiama la “pace artificiale”.

Non per niente siamo tornati al passato, a parlare di armi, di guerre, di distruzione.

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