Sappiamo davvero cosa significhi essere liberi? La libertà è la condizione per cui si possa decidere di pensare, esprimersi e agire senza costrizioni. Almeno così per definizione da vocabolario.
Perché siamo così attratti dalla libertà? Sembra sia una vera tautologia. Stando all’etimo della parola Libertà, si scopre che deriva dal verbo LIBERE, che nella sua radice LIB indica il far piacere. La libertà è il piacere.
Calma. Libertà e piacere sono due parole così potenti, che associarle, spaventa un po’.
É interessante come entrambi i termini suscitino in noi sensazioni diversi, a seconda del contesto cui li colleghiamo. La radice LIB è presente nel termine LIBENS, che indicava colui che era contento, che faceva volentieri. La libertà è fare volentieri, secondo la propria volontà.
Deriva però dalla stessa origine anche la parola Libertino (LIBERTUS era lo schiavo liberato, che poteva finalmente fare ciò che voleva). Solo che il libertino, non abituato a gestire questa libertà, è visto come colui che ha un comportamento sfrenato e vizioso. Basta ricordare il Dorian Gray di Oscar Wilde.
La persona contenta, che fa volentieri e quella libertina, pare abbiano in comune la stessa origine.
Quella libertà adoperata e vissuta in modi molto diversi.
Chi dei due sarà vero interprete del piacere?
Da dove deriva il piacere?
Il piacere è cosa delicata, da assaporare un po’ per volta. Lo dice la parola stessa: piacere deriva da PLACERE, andare per gradi, lentamente, simile a PLACARE, quindi rendere liscio, come le onde del mare. Il piacere non è sfrenato e nemmeno vizioso.
Come il Montalbano di Camilleri, che più di ogni altra cosa, desiderava godersi il pranzo con calma e in perfetto silenzio, per poterlo gustare dedicandovi tutte le sue attenzioni.