Autunno friulano

Fa così, l’autunno, sai? Colora e poi stinge, contrasta e s’attenua. Rende romantico un traliccio, figurati quell’ultimo sole laggiù. Sai cos’è? Se ti fermi a osservarlo, l’autunno ti sposta. Dall’affanno del quotidiano, le miserie dei quotidiani, le polemiche politiche e le frizioni tra fazioni. Rivela la noia. L’autunno ammanta di drappi bianchi le strade seminude e smorza le ultime risa di un’estate sguaiata, domata, ormai sopita. Ecco, lui è uno che sorride. L’autunno, dico, è un tipo che preferisce sorridere piuttosto che buttarla in caciara. Insomma, mangia castagne e patate dolci, tra candele aromatiche e luci soffuse, mica puoi pretendere sia un tipo da Guns ‘n’ Roses o Maneskin. E ha un cappello. Son convinto che l’autunno indossi un cappello. Non un berretto, un cappello. E ascolta musica jazz, puoi starne certa. O Blues, quando proprio piove così tanto che vedi le coppie di animali mettersi in fila. Ah, e l’autunno non si sente affatto una mezza stagione. Anzi. E ha un debole per la primavera, ma è timido e non glielo dirà mai. Insomma, lei è sempre così bella, fresca, giovane. Anche a lei piace un po’ l’autunno, ma finisce sempre a relazionarsi con inverno ed estate; primavera è una un po’ fluida, che non sa riconoscere il vero amore. Autunno è il questore Mocilnik che dimora in noi. Ah, a proposito, ho ricominciato seriamente a scrivere. Il prossimo libro, intendo. Quello in cui scopriremo che Leandro e… Accipicchia quanto mi piace. Ed è tutto merito dell’autunno.

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