Mi ritrovo nella camera che mi vide ragazzino a osservare gli alberi mossi dal vento, i ciliegi fiorire incuranti delle nostre paure e la gazza ladra sorvegliare il lavorio incessante dei suoi simili tra la terra smossa. Ho un pensiero, cui mi aggrappo ogni volta in cui non sono in grado di capire cosa ci accada, o le conseguenze delle nostre scelte. È una sensazione più che un pensiero, una sensazione di vita che scorre. Magari succede anche a te. La senti fluire quando vedi dei bambini giocare alla scoperta dei loro mondi, te ne accorgi quando gli innamorati si guardano dimentichi del mondo che ruota e la vedi sopirsi negli occhi dei vecchi, quelli da cui non traspare più l’energia, che li ha accompagnati ai loro giorni. Questa sensazione non si compra, non si fabbrica, non si regala. Fatichiamo ad accorgerci di lei, figurati raccontarla. Però c’è ed è in ciascuno di noi. Se l’ascolti bene, forse è un brivido che prende le braccia, arriva alla testa e scende lungo la schiena. Come se per un attimo ti accorgessi di essere parte di questo fluire. Persone, piante, animali, terra, aria, suoni, voci, rocce ferme da quello che a noi pare essere sempre. E hai la sensazione piena, viva, profonda, che lei proseguirà, a prescindere. Da me, da noi, da chi amiamo. Proseguirà comunque. Perché incurante dei fantasmi della nostra mente, della nostra convinzione che l’assoluto non esista, dei credo di chi si affida a qualcuno, qualcosa, lei proseguirà.
Forse sarebbe utile ascoltarla, ogni tanto.
Senza che eventi catastrofici ci inondino di emozioni.
Ascoltarla nel suo fluire senza dubbi, senza timori di riuscita, senza paure. Ascoltarla per essere consapevoli di essere anche noi parte di quel tutto, che la costituisce. Non fa distinzioni lei, perché dovremmo farle noi? Pensa che forza, la vita.