Aveva vent’anni o poco più Johann Sebastian, quando compose la Toccata e fuga in Re minore per l’organo della chiesa di Arnstadt. Indisciplinato come pochi, selvaggio nel saltellare in giro per la tastiera, potente e ribelle. Ha ispirato nei secoli talmente tanti autori, che tutt’ora i giovani che vogliono stupire con i loro virtuosismi, lo ripropongono, o lo imitano. Per questo è un capolavoro.
Ha 24 anni John Williams quando inizia a comporre le prime musiche per Hollywood, orchestrando partiture che hanno fatto la storia della musica cinematografica. Oggi ne ha ottantotto, ma ancora l’anno scorso creava una variante della colonna sonora di Star Wars. Potremmo citarle tutte, da E.T. a Superman, da Indiana Jones a Prova a prendermi. È però con Harry Potter che il disegno di un tema musicale resterà nella testa di intere generazioni. Hedwig’s Theme è noto un po’ a tutti; un valzer lento e sospeso, dominato da accordi insoliti di una celesta che ricorda molto Lo schiaccianoci. Non è un capolavoro, forse, ma vi si avvicina.
Francesco Guccini ne ha trentasei quando compone Via Paolo Fabbri 43. Guccini irride un po’ gli altri e molto sé stesso, quando parla di canzonette e continua a dire «se io fossi…» incoraggiando a essere, senza trincerarsi in scuse e giustificazioni. Ci vuol coraggio a intitolare una canzone, anzi un intero album, con l’indirizzo di casa. Di certo non è Bach, che nel testo soddisfa la sua “turpe voglia”, ma questo folk blues ha un testo che ancora dipinge uno stato d’animo, quarant’anni più tardi.
Cos’hanno in comune Bach, Williams e Guccini?
Segnali di vita. Sono segnali di vita, usando le parole di Battiato,
Non creano emozioni. Piuttosto le scovano, le interpretano e le fanno emergere.
La tensione di Bach, con balzi inattesi; la fanciullezza di Williams, con queste campanelle che svolazzano come mantelli nella notte; l’ironia beffarda di Guccini, che non viaggia per non sgualcire il gilet. Sono tutti segnali di movimento interiore, di evoluzione, di trasformazione, di… Di vita, appunto.
Segnali che rendono consapevoli. Con l’opera di alcuni autori, noi cambiamo. Diventiamo altro. O quantomeno capiamo che questo sentire, fa parte di noi, del nostro essere qui, adesso.
Ci sono capolavori, musiche, canzoni e canzonette che hanno un valore ben più grande del tenerci compagnia mentre guidiamo. Ci portano un po’ più avanti e un po’ più dentro di noi.
E merita soffermarsi ad ascoltarle e ascoltarsi.